La battaglia dei diritti d’autore, imprese contro la pirateria
Imprese contro la pirateria
La controversia, irrisolta, tra editori e le agenzie di rassegna stampa. Rcs sigla un intesa con Infojuice, Mimesi, Kantar Media, Sifa, Volocom
I clienti abbonati sono enti pubblici, istituzioni locali piuttosto che grandi aziende e medie imprese. Tutti destinatari di articoli ordinati per nome, genere e argomento in modo da selezionare e agevolare la lettura dei giornali, permettendo così a politici, amministratori, funzionari e manager di avere un quadro di riferimento sull’attualità o su vicende che li riguardano direttamente.
A predisporre il lavoro di rassegna stampa sono società specializzate nella fornitura di servizi, che riproducono e diffondono in formato digitale i contenuti dei giornali in edicola. Un meccanismo che alimenta un mercato annuo da oltre 40 milioni di euro e che da almeno tre lustri vede contrapposti gli editori alle agenzie che forniscono i servizi di rassegna stampa. Sebbene non siano un’attività «pirata», le rassegne stampa si configurano per gli editori di giornali come un fattore che, in assenza di diritti di sfruttamento degli articoli, altera e danneggia il mercato editoriale.
La contesa
A confermarlo, del resto, sono gli innumerevoli ricorsi avviati da parte degli editori, con l’obiettivo di ottenere una remunerazione per i diritti di utilizzo dei contenuti. Negli ultimi due anni ad aggravare il problema ha contribuito il fenomeno delle piattaforme social, dove decine di migliaia di utenti leggono ogni giorno quotidiani e riviste, sebbene non abbiano sottoscritto alcun abbonamento, né effettuato un pagamento per quel prodotto. In rete circolano copie pirata di giornali o di articoli in formato digitale che vengono diffuse e condivise da gruppi di lettori. Unico filo conduttore è la gratuità della lettura, con inevitabile danno economico per l’industria editoriale. Non a caso, dal 2012 gli editori, in veste di titolari dei diritti sui contenuti, hanno individuato una forma di cooperazione con i fornitori di servizi che riproducono articoli e diffondono rassegne.
Otto anni fa sotto l’ombrello di Fieg (Federazione italiana editori giornali) è stata costituita Promopress, una società che gestisce i diritti di riproduzione e comunicazione degli articoli di giornali quotidiani e periodici nelle rassegne stampa. Ad aderire sono state quasi tutti gli editori con l’intento di garantirsi attraverso Promopress un sistema di licenze per l’uso di opere protette dal diritto d’autore, un meccanismo che tuttavia ha scontato la mancata adesione all’operazione delle due principali aziende fornitrici di rassegne stampa (Eco della Stampa e Datastampa, che insieme rappresentano circa il 70% del settore).
Defezione che ha spinto gli editori a ricorrere più volte per vedersi riconosciuti i diritti sugli articoli. L’esito della battaglia legale si riassume in una sentenza della Corte d’Appello di Roma, che nel 2019 ha confermato che l’unico tipo di rassegna stampa legittimo è quello realizzata nel rispetto dei limiti previsti dalla legge sul diritto d’autore, e che gli articoli con l’indicazione «riproduzione riservata» non possono essere utilizzati in rassegne senza il consenso dell’editore.
Un’indicazione rafforzata dalle delibere dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che nei mesi scorsi ha ordinato di interrompere e sospendere la riproduzione di articoli da parte di Eco della Stampa . Al momento sono in fase istruttoria analoghe azioni verso altre agenzie di rassegne stampa che riproducono i contenuti in modo illecito.